giovedì 24 luglio 2008

Da Mario Pischedda

oppure sarebbe bello incidere come segno indelebile della nostra terrra questo nuraghe, ma vedi tu

http://mariopischeddainmovement.blog.tiscali.it//nuraghe_1907589.shtml

ho visto infine la moltiplicazione dei tuoi siti che rimandano a specchio e controspecchio, interessante, ti ringrazio x la creatività ma che non paga in questa società omologata ed omologante, appiattita e appiattente, l'artista vive con la solitudine nell'anima e dell'anima, non c'è posto per chi stona, poco spazio pubblico e mondano, ma meglio così, l'urlo/urto salirà più in alto nel cielo, parlo contradditorio, autistico, ti ringrazio comunque per l'attenzione, mondo statico implosivo ed implodente, viaggio tra i malumori e le note dolenti, l'indifferenza e la rasegnazione, fotografo il niente che mi circonda, la solitudine della esistenza, uso parole grosse, comiche, grottesche, inutili, così come l'arte, il territorio più inutile che ci sia e solo l'inutilità ci avvicina al significato vero del nostro esserci o non esserci, io traballo, non so, continuo a non sapere, voglio viaggiare nella confusione, nella ignoranza, nel rifiuto, sempre più a bordo campo, parole che volano nell'aria celeste, in quel nero Malevic/o che mi attrae, che inghiotte i dissapori del quotidiano, le frizioni, gli antagonismi, le smanie, gli spintoni

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